mercoledì 23 settembre 2015

Il Gol di Florenzi, l'incontro, la sconfitta che brucia e la polenta.

Il Gol di Florenzi, l'incontro, la sconfitta che brucia e la 
polenta.
Mercoledì è il grande giorno. La mia Roma gioca in coppa contro il Barcellona. Al mio caffè vengono tanti ospiti e l'attesa per la partita passa veloce. Riesco a sbrigare le pulizie e gli acquisti velocemente e vado a trovare i miei amici alla "La Lupa e l'Orso". La S-Bahn alle 8 è piena e non trovo posto a sedere. Tiro fuori dal mio zaino un bel libro che ho iniziato a leggere questa settimana. Der Fleck ( La macchia ), Die Jacke ( La Giacca ), Die Zimmer ( La Stanza ), Der Schmerz ( Il Dolore ). Il libro è di Wilhelm Genanzino. Il testo provai con fatica a leggerlo 11 anni fa, quando lo comprai, pochi mesi dopo il mio trasferimento a Berlino. Con l'aiuto di un vocabolario provai a leggerlo ma non arrivai mai a finirlo tanto era misera la mia conoscenza della lingua tedesca. È rimasto sempre nella mia libreria ed oggi la sua lettura agevole e piacevole mi conferma che gli 11 anni a Berlino non sono passati invano. I miei occhi scivolano sulle pagine mentre le stazioni della metropolitana si susseguono. Schönauser Allee. La banchina è piena. Le scale sono ripide.Tra dieci minuti inizia la partita. Il locale è rumoroso. Saluto Diego, Jacopo, Lorenzo e la pizzaiola Francesca. Questa volta è il computer di Lorenzo che ci porta sugli spalti dell'Olimpico. Il Barcellona attacca. La
Roma si difende bene. Il Barcellona segna presto e la partita sembra già indirizzata sul binario sbagliato. Poi all'improvviso arriva "Il Gol Di Florenzi". È uno di quei gol che sogni di fare da bambino. Palla recuperata in fase difensiva. Corsa folle sulla linea laterale e poco dopo aver superato la metà campo un tiro in porta che assomiglia al sasso tirato con la fionda da David contro Golia. 55 metri. Palo e gol. È il gol di Florenzi e con questo nome sará ricordato per tanti, tantissimi anni. Durante l'intervallo Francesca mi prepara una pizza vegetariana. La gioia è tanta. La Pizza è buona. Il locale si svuota. Il secondo tempo scorre veloce ed il risultato non cambia. Pago e scappo a casa dopo aver abbracciato tutti. Ci sono ancora due giorni intensi di lavoro da affrontare e mi devo riposare. 
Venerdì la sveglia suona prestissimo. Alle 5 e mezzo sono già nel locale per la preparazione di una giornata che già immagino mi darà tanto da fare. Il giovedì è stato troppo tranquillo per ripetersi. Preparo più  panini e più cornetti rispetto al solito. La giornata si rivelerà trionfale. Vendo tutti i cornetti, tantissimi caffè e tanti Panini che non riesco a contarli. Chiudo puntuale alle 16. Domenica non ho voglia di fare le pulizie e resto nel locale fino alle 19 per sbrigarle.
Sono esausto. Karolina mi informa attraverso Facebook che ha deciso di partire con i suoi genitori per la Polonia per raggiungere la loro bella casa con giardino in quel di Barlinek.
Il frigorifero è vuoto. Ho una fame da lupi. Vado al mio "cinese" preferito dietro all'angolo. Uhan e Tai Fen, i proprietari, mi salutano calorosamente. Un involtino primavera e un riso con gamberetti, pollo e anacardi li lascio accompagnare da un tè al gelsomino.
Questa sera Tanith mette i dischi alla discoteca Suicide Circus. Ho tanta voglia di andare a ballare un poco di musica Techno. Non vado a ballare da tanto, troppo tempo. In mattinata ho provato a chiedere a Lola se avesse voglia di accompagnarmi. Mi ha risposto attraverso la messaggeria di facebook che per questa sera aveva già deciso di andare insieme al suo ragazzo all' About Blank per  ballare un po' di Techno. Di andare da solo non ne ho voglia. Sono andato spesso da solo nei miei primi anni a Berlino. Il Tresor era il mio posto preferito. Ho vissuto delle bellissime serate e conosciuto tante belle persone in quel tempio della Techno. 

Ho ancora due biglietti della metro in tasca. In 40 minuti sono alla "La Lupa e l'Orso". Diego ha il giorno libero. Lorenzo governa la sala con una esperienza da veterano malgrado i suoi 25 anni di età. Il locale non è pieno come al solito. Jacopo, il barista, appena mi vede spina la "mia" birra piccola. L'aiuto barista di Bolzano, Claudia, me la porge con un sorriso. La birra è fredda. Io sono stanco. Ho bisogno di sedermi. Un tavolo grande della sala che si apre dietro il bancone degli alcolici è libero. Prendo il mio libro. " Mit der Linee 5 fahre ich durch ganz Wien. Vom Westbahnof zum Prater und wieder Zurück" (Con la linea 5 viaggio attraverso tutta Vienna. Dalla stazione dell'Ovest fino al Prater e di nuovo indietro). Amo leggere in tedesco, penso tra me e me. Mi permetto una seconda birra ma faccio fatica a finirla. Lorenzo non mi lascia pagare. Saluto tutti e decido di tornare a casa con la U-Bahn invece che con la S-Bahn. Trovo posto a sedere. Una ragazza con i capelli corvini e dei bellissimi occhi color smeraldo si siede di fronte a me. Mi sembra di conoscerla. Tira fuori dalla borsetta nera che tiene a tracolla un libro. Wilhelm Genanzino, Der Fleck, Die Jacke, Die Zimmer, Der Schmerz. La guardo negli occhi mentre tiro fuori dal mio zaino lo stesso libro. Sorrido mentre i nostri sguardi si incontrano. Non possiamo non ridere per la stravagante coincidenza. "Gesa" le dico. "David" mi risponde a 32 denti. Gesa l'ho conosciuta 10 anni fa al Tresor. All'epoca studiava farmacia all'università ed al tempio della Techno veniva insieme a due amiche bionde. I nomi di Karla e Erika me li ricorda lei durante il tragitto che ci porta fino alla fermata di Nollendorfplatz. Gesa mi invita a casa sua sulla Motzstraße. Prendiamo un cartone di birre fredde al bar notturno vicino casa sua e delle patatine in busta. La casa è piccola ma accogliente. Un monolocale con angolo cottura. Non c'è la televisione ma c'è uno stereo molto moderno. Gesa è diventata farmacista e lavora dietro l'angolo sulla Maaßenstraße. Parliamo un paio di ore delle nostre vite che sono trascorse su due binari paralleli nella città della Techno prima di incontrarsi nuovamente.
Ricordiamo quando il mio tedesco era poca cosa e che malgrado questo riuscivo sempre ad essere spiritoso e brillante in quel catino di musica e voci che era il Tresor.
I nostri incontri gioviali furono sempre e solo lì. Sette, otto volte prima di perderci di vista per 10 anni.
È ormai mezzanotte e mezzo quando decidiamo di andare a ballare sulle note di Tanith al Suicide Circus. La fila non è troppo lunga e me ne rallegro. Le file mi rendono nervoso. Entriamo nel Circo del Suicidio che sono le 2 di notte e il DJ sta mettendo un piatto dopo l'altro senza pausa ad un ritmo infernale. Invito Gesa ad un Cuba Libre.
I bassi salgono di ritmo. La voglia di ballare è tanta. Comandiamo la sala da ballo tra salti e scivolate laterali. Sono passati 10 anni ma siamo sempre i più bravi in pista.
Il divertimento è assoluto ma la stanchezza è troppa quando alle 4 e mezza del mattino decidiamo con uno sguardo complice che è ora per entrambi di tornare a casa. Ci salutiamo con un bacio sulla guancia prima della fermata di Nollendorfplatz. Gesa va a casa e io proseguo il mio viaggio fino a Sophie-Charlotte-Platz.
La notte è corta. La sveglia suona alle 10. Mi sveglio in forma e felice. Vado da Centro Italia. Compro della polenta istantanea e delle salsicce. All'Edeka, il supermercato dietro casa, compro il necessario per ricominciare il mio lavoro Lunedì.
È mezzogiorno quando sono di nuovo nel mio domicilio. La casa è vuota. La solitudine è forte. Ho voglia di stare in mezzo alla gente. Scendo di casa e vado alla fermata della metro. Compro un biglietto giornaliero che in Germania si chiama Tageskarte. La metro arriva di corsa. Timbro il biglietto. Salgo sull'U-Bahn. Scendo, come ieri sera con Gesa, a Nollendorfplatz e raggiungo a piedi la Winterfeldtplatz. Entro da Habibi. Ordino un Falafel teller come ho fatto spesso quando tanti anni fa vivevo qui vicino e mi intrattengo con Mohammed Zidan, il gestore, che riconoscendomi mi chiede che fine abbia fatto e cosa faccia oggi. Non riusciamo a chiacchierare troppo perchè il lavoro è pressante e i clienti hanno voglia di ordinare il più buon Falafel di Berlino. Ci diamo un cinque di saluto e mi siedo fuori dal locale sulla panca di legno per mangiare.
Il cielo è grigio. Il mio umore è buono. Il mercato davanti al locale è pieno. Ho voglia di un gelato. Arrivo fino alla fermata della metro di Eisenacherstraße a piedi. I mille coloratissimi negozi sulla Goltzstrße raccontano benissimo la vita di quel bel quartiere che è Schöneberg. La metro numero 7 mi porta fino a Mehringdamm.
La pioggia è fitta. Il cielo è plumbeo. L'ombrello è a casa. I pedoni camminano veloci tra le gocce che scendono. Le auto si fermano al semaforo rosso che incrocia la Yorkstraße. Arrivo sulla Hagelbergerstraße. Da Marille & Vanille ordino un gelato. Cioccolato Noir e Pistacchio. Il gelato è freddo. Un sole caldo si fa largo tra le nuvole. Arrivo sulla Bergmannstraße. Il desiderio di entrare nel più bel negozio di cartoline di Berlino è troppo forte. Ararat è pieno di turisti alla ricerca della cartolina giusta da spedire agli amici e parenti in patria. Faccio un giro veloce nel locale e trovo una cartolina da inviare a mio padre a Roma. Tra poco piú di una settimana compirá 81 anni. Ne trovo una con Willy Brandt. Un grande socialista. Mi sbrigo a pagare prima che un gruppo di orientali arrivi alla cassa. Ho troppa voglia di fare pipì. Pochi passi e sono al Tourandot. È una birreria dove di solito il sabato notte lavora il primo amico tedesco che ho avuto a Berlino, Wolfgang. Lascio 50 centesimi di euro sul bancone e salgo le ripidissime scale che mi portano al bagno. La liberazione è "totale". Esco con passo lento salutando Ingrid la barista. Arrivo a piedi fino alla stazione del treno di HalleschesTor. Il treno che mi porterà fino a Warschauerstraße è vuoto e trovo posto a sedere. Prendo il mio libro. " Unser Hotelziemmer dicht unter dem Dach ist Groß und Niedrig.."( La nostra camera d'albergo stretta sotto il tetto è grande e bassa ). Sono le 16 ed il sole è caldo. Sull' Oberbaumbrücke due ragazze russe suonano il violino. Mi fermo a guardare l'orizzonte. "Ti amo Berlino!". Raggiungo la stazione della S-Bahn. Ho voglia di raggiungere Alexander Platz dove da qualche mese ha aperto un nuovo negozio di sport chiamato Decathlon. Devo comprare dei nuovi scarpini da calcio per erba sintetica. Nel grande negozio sembra di stare in un Bazar di Casablanaca. Per trovare il reparto dove sono esposte le scarpe da calcio impiego 10 minuti buoni. Troppi scarpini troppo colorati. A me piacciono quelli classici neri. Trovo delle Adidas senza tacchetti ad un prezzo accessibile. Le calzo. Perfette. Corro alla cassa più vicina e pago. Sullo scontrino leggo che sono quasi le 18. Ho voglia di vedere Milan-Palermo alla " La Lupa e l'Orso". Prendo il treno ed in 20 minuti sono arrivato al locale. Lola è insieme a Jacopo dietro al bancone e mangia un limone mentre cerca di colpire una farfalla con un blocchetto di carta per gli ordini. I suoi pantaloni di pelle nera le calzano alla perfezione. La maglietta corta e grigia a maniche corte mostra il tatuaggio a forma di diamante sul braccio destro mentre su quello sinistro una farfalla sovrasta una rosa. Ha un guanto bianco sulla mano sinistra. Le chiedo il perchè di quel guanto di cellulosa. Si è tagliata affettando un melone. Il Piercing sul lato sinistro del naso le dona tantissimo. L'Mp3 Player suona Bob Marley. Lola ha finito di spinare la "mia Birretta" mentre la partita scorre veloce sul computer di Lorenzo. Diego mi chiede se domani giocherò. Giochiamo contro il Brandeburg 03. Alle 11 e 10 della domenica ci aspetta una trasferta molto ostica. Bevo 2 birre e la stanchezza è troppa per restare ancora. Il locale si svuota. Saluto tutti. Arrivato a casa mi preparo un tè allo zenzero. Ne bevo mezza tazza prima di crollare in un sonno profondo. La notte sotto il piumino è calda e sogno il mare di Gioiosa Jonica, luogo dove ho passato tante vacanze della mia infanzia. Il mare ha il colore viola. Il cielo ha il colore blu.

Domenica mattina è il giorno della partita. È una trasferta per tutti ma non per me visto che il campo dista 300 metri da casa mia. Alle 10 e mezza siamo tutti negli spogliatoi per sentire le indicazioni del nostro tecnico. Siamo solo in 12 e la possibilitá di un solo cambio ci fa partire già svantaggiati.

Alle 11 e 10 inizia il match. Loro giocano meglio ma noi difendiamo con ordine. Verso la metà del primo tempo nel tentativo di fermare un azione pericolosa degli avversari ricevo un fortuito calcio sotto il ginocchio. Il dolore è forte ma stringo i denti. Passano 5 minuti e subiamo la rete dello svantaggio. Il marcatore è in netto fuorigioco e io ancora dolorante sfogo la mia rabbia contro l'arbitro che senza pensarci un secondo mi mostra il cartellino giallo. I miei compagni provano a calmarmi. Negli spogliatoi Jumbo ci dice che è soddisfatto della prova e che non ha nulla da rimproverarci. La ripresa non ricomincia purtroppo sulla falsariga della prima frazione di gioco. Loro ci schiacciano nella nostra area di rigore ed io devo ricorrere a tutta la mia maestria in fase difensiva per sopperire alla poca cattiveria agonistica dei nostri centrocampisti che si fanno sempre superare da quelli avversari. Quando mancano 10 minuti alla fine recupero un pallone in fase difensiva e mi lancio in un contropiede solitario ,condito da due Dribbling, sulla fascia laterale, proprio come Florenzi mercoledì contro il Barcellona. Superato il centrocampo in completa trans agonistica alzo la testa per cercare quache compagno. I tacchetti di un centrocampista rinvenuto dietro di me trovano il mio tallone facendomi cadere. Cado sul ginocchio già segnato in precedenza. Punizione. Il dolore è forte. Sanguino. Vorrei chiedere il cambio ma in panchina non ci sono difensori. Steffen calcia un palla morbida nell'area avversaria e Numsi insacca di testa con una incornata delle sue. Pareggiamo i conti. Uscire con un punto da questa trasferta potrebbe segnare un punto di svolta importante per questa stagione iniziata malissimo.
Il Brandeburg 03 si rimette subito a macinare gioco. Salvo per due volte la porta di Jumbo con interventi difensivi degni del miglior Cannavaro. A tre minuti dalla fine subiamo il gol che ci taglia le gambe grazie ad un colpo di testa sussegente ad un calcio d'angolo battuto magistralmente. Zoppico troppo per continuare. Chiedo il cambio. Entra Wolle. Non ho il tempo di sedermi sulle tribune dello stadio, applaudito dai miei compagni di squadra, che gli avversari in contropiede realizzano il 3 a 1 finale. Mi congratulo con gli avversari per la vittoria meritata e vado dall'arbitro per scusarmi della   mia reazione nervosa avuta nell'occasione del primo gol in fuorigioco delgli avversari. Negli spogliatoi sono molto arrabbiato ma cerco di nascondere il mio disappunto per lo scarso impegno che ho riscontrato in troppi dei miei compagni di squadra. Saluto tutti con il sorriso più finto che sappia fare e vado a farmi un bagno caldo. Mentre nella vasca il ginocchio fa male, rifletto sul fatto che la prossima settimana sarebbe meglio per me e per le mie gambe di fare una pausa dal gioco del calcio. Il prossimo allenamento ed la prossima trasferta non mi vedranno protagonista con la mia squadra. Raggiungo Mamma e Papà su Skype. Gli racconto la mia giornata e li trovo pimpanti e di buon umore. Sono due ottantenni stupendi penso mentre li guardo ed ascolto.

Karolina dovrebbe tornare a momenti. Cucino le salsicce rosolandole con delle cipolle rosse. Le sfumo con del vino rosso prima di versare un poco di salsa di pomodoro e spegnere il fuoco e mettere un coperchio sulla padella. Il mio amore è affamato dopo 3 ore di viaggio in macchina. Preparo la polenta e la servo su un piatto piano insieme alle salsicce al sugo. Mangiamo felici e ci raccontiamo i rispettivi fine settimana prima di trovarci insieme nel letto che profuma di bucato fresco.

L'SCC è una passione ma la mia compagna di vita lo è molto di più.




 

lunedì 14 settembre 2015

La Birra, La Pizza e la Partita

 La Birra, Il Caffè, La Pizza e la Partita

Venerdì alle 16 si chiude un'altra settimana di lavoro intenso da Caffè e Panini, il baretto romano di Berlino che conduco da 5 anni sulla Windscheidstraße nel quartiere Charlottenburg. Con grande gioia faccio le pulizie al locale e non vedo l'ora di farmi una bella doccia. Karolina è ancora al lavoro.
Cucino un risotto vegetariano per il suo ritorno a casa. Gosia, una sua amica, dorme da noi questa settimana.

Mangio il mio piatto e volo dai miei amici alla Lupa e L'Orso. Prima di raggiungerli mi fermo al Rewe che ha appena riaperto i battenti, dopo 6 mesi di lavori, sulla Schivelbeinerstraße e compro delle praline e dei mandarini che doneró allo staff del locale. Il ristorante é meno pieno del solito. Lola, l'aiuto barista romana e romanista, non appena mi vede arrivare inizia a spinare la mia birra piccola.
 Tiro fuori dalla mia borsa i presenti appena comprati. Lola é molto felice per i mandarini e mi fa un sorriso dolcissimo mentre Jacopo, il suo robusto collega e primo barista, si concentra sulle praline aprendo subito la confezione e  mangiandone 3 nel battito di un ciglio. Arriva Silvano, ragazzo materano che é appena diventato papá di una bambina bellissima. Chiacchiero con lui della sua nuova vita e senza che me ne accorga, tra una birra e l'altra, arriva la mezzanotte. Stanco, saluto tutti. In 40 minuti sono a casa. Karolina e Gosia dormono in soggiorno e io silenzioso come Arsenio Lupin mi infilo nel mio letto.

Il mattino del sabato è contraddistinto da un bel sole caldo e son felice di essermi svegliato presto.
Vado a fare un poco di spesa. Compro tra l'altro il necessario per l'impasto di un teglia di pizza. Torno a casa solo per qualche minuto poiché devo andare a prendere 4 kg di caffè Vergnano 600 per il mio bar da Angelo Mastoianni. Scendo con la metropolitana a Nollendorfplatz. Ho una fame nera e sulla Motzstraße mi gusto un Hot Dog.

Amo Schöneberg! È il quartiere che mi ha accolto nel 2004 quando mi sono trasferito a Berlino. Il quartiere lo conoscevo giá da prima quando, a Berlino, venivo spesso per le mie vacanze estive o per passare l'ultimo dell'anno. Mi ha sempre affascinato ed in qualche modo in questo angolo di città mi sono sempre sentito come a casa mia. Qui ho seguito per quasi due anni un corso di lingua tedesca all' Hartnackschule. Proprio di fronte al chiosco degli Hotdog. Qui ho seguito i fantastici mondiali di calcio del 2006 allo Slumberland dove ho consciuto tante donne e uomini con cui ho praticato il mio tedesco e bevuto forse troppe birre. Qui sono diventato Berlinese! Imbocco l'Eisenacher Straße ed incrocio 4 omosessuali vestiti in lucidissimi completi di pelle nera. Schöneberg è il centro della vita omossessuale di Berlino e avendo vissuto qui per circa due anni ho imparato a conoscere il loro mondo molto variopinto.

Sono arrivato sulla Hohenstaufenstraße. 100 metri e sono arrivato da Caffè Sant'Angelo. Angelo ed il suo collaboratore Sebastiano mi salutano come al solito molto calorosamente. È un piacere averli come fornitori di caffé e godere della loro assistenza tecnica per quello che riguarda la macchina ed il macinino. Mi offrono un espresso e facciamo due chiacchiere sulla settimana appena trascorsa. Sulla via del ritorno compro un poco di frutta al mercato di Winterfeldtplatz.

Sono a casa. Preparo l'impasto per la Pizza. Mentre l'amalgama cresce mi concedo una doccia tiepida. Tra due ore la mia A.S.Roma scende in campo a Frosinone. Lorenzo mi ha invitato a vederla alla Lupa e l'Orso. 

Sono ormai le 5 quando mi muovo dal mio piccolo ed accogliente appartamento non prima di aver sistemato l'impasto in frigorifero cosí che sia pronto domani pomeriggio per essere trasformato dalle mie mani in una pizza. Alle 6 in punto arrivo dai miei amici nel quartiere Prenzlauer Berg.

Grazie al computer di Diego entriamo allo stadio Matusa di Frosinone. Mentre nella pizzeria i clienti entrano ed escono la Roma senza brillare rifila 2 gol al Frosinone. A partita finita mi fermo per un'ultimissima birra. Me la spino da solo con il permesso di Diego.

La notte è tiepida e mi infilo nel letto con la contentezza tipica di una settimana vissuta intensamente e la gioia per l'avvicinarsi di una domenica calcistica che mi vedrà impegnato con la mia SCC nella prima giornata del campionato.

La partita casalinga contro gli Spandauer Kickers non si giocherà sul nostro bel manto erboso di fronte al Mommsenstadion ma sul nostro campo di allenamento in erba sintetica situato non troppo lontano nel Julius-Hirsch-Sportanlage.
Sul nostro campo si gioca un torneo per bambini di Hockey Prato.
Arrivo nelle vicinanze della nostra casa abituale ed il parcheggio è pieno come mai lo avevo visto. Sui 3 campi da gioco centinaia di bambini e genitori giocano e guardano partite di Hockey. 

Arrivo al campo di gioco molto in anticipo sull'appuntamento fissato.
Incontro Guido, uno delle colonne portanti della squadra. Andiamo a vedere insieme una parte del primo tempo del campionato primavera tra la nostra SCC e la fortissima BFC Dynamo. I ragazzi di 17-18 sono delle frecce ed é un piacere vederli da vicino.

È giunto il momento di andare negli spogliatoi per sentire cosa ci dirá Jumbo il nostro tecnico. Siamo in formazione rimaneggiata e la sera prima della partita Ulf, il nostro capitano, si é infortunato alla schiena giocando a Frisbee con sua figlia. Proverá a giocare il primo tempo come Libero nel reparto difensivo insieme a Fux e a me. Jumbo ci invita a giocare una partita difensiva, cercando delle ripartenze con dei lanci lunghi. Siamo solo in 13 mentre gli avversari sono almeno in 18 e questo dará loro la possibilitá di un maggior numero di cambi.

Arriva l'arbitro in cabina per chiederci il libro dove sono contenuti i nostri cartellini. E´l'arbitro piú famoso di tutti in quanto il piú incapace dell'intero campionato. Non ne fischia mai una giusta. Speriamo che nessuno perda la testa in campo a causa delle sue decisioni cervellotiche.

Dopo 5 minuti siamo giá sotto a causa di un perfetto tiro dalla distanza che si infila nel sette difeso da Jumbo. Proviamo a reagire e il nostro Marco Barei infila una punizione delle sue che ci porta in paritá. La partita é molto bella ed aperta e io mi comporto molto bene nel marcare il loro piccolo ma velocissimo attaccante. Praticamente lo marco a tutto campo senza lasciargli lo spazio di respirare. Una marcatura alla Claudio Gentile che innervosisce il mio avversario che cerca sempre gli occhi dell'arbitro il quale, per mia fortuna, guarda sempre dall'altra parte. Nel finale del primo tempo prendiamo un gol evitabilissimo su un calcio d'angolo.

La ripresa comincia come mai avrebbe dovuto. I nostri centrocampisti sembrano piú imbalsamati del corpo di Lenin.
Gli avversari ci schiacciano nella nostra metá campo ed in cinque minuti ci puniscono per ben due volte.
Incredibilmente reagiamo al doppio colpo da K.O. Marco Barei trova altri due gol su punizione e a poco dal termine ci troviamo sotto solo di un gol. Ci buttiamo in avanti alla ricerca del pareggio miracoloso ma un contropiede nell'ultimo minuto di gioco ci condanna ad una sconfitta nel complesso meritata. Non abbiamo giocato male come la scorsa settimana in coppa e questo ci da piú speranza per questa stagione ancora lunghissima.

Non appena torno a casa preparo finalmente la pizza che aspetta da 24 ore di essere stesa, cotta e mangiata. La pizza é venuta veramente bene ed è una bella consolazione domenicale.
Devo ancora scendere al locale per fare un poco di pulizie.
Sono di nuovo a casa per le 22 ed ho solo il tempo per una tisana allo zenzero prima che il mio corpo mi dica che é ora di andare a nanna per affrontare una nuova settimana.
Scc che passione!














lunedì 7 settembre 2015


Tortino al risotto vegetariano
La sera prima della partita la passo a casa dopo un sabato pomeriggio contraddistinto da tanti acquisti per il mio locale e per avere qualche cosa da mangiare a casa la domenica.
Preparo un tortino di Chicorée, risotto vegetariano e ricotta per Karolina che tra poco arriverá a casa dopo una dura giornata di lavoro all'Internationale Funkausstellung Berlin. Mentre il tortino si trasforma e diventa tale, ballo sulle note del grande Marco Faraone.
Karolina è a casa e corre a farsi un bel bagno caldo mentre io preparo i piatti per mangiare. Una bottiglia di Frascati Superiore accompagna la cenetta. Mangio 4 fette e mi scende subito la cataratta. Sono le 23 e ho voglia di andare a letto. Dormo felice. Sogno un mio gol decisivo per il passaggio del turno, dalla distanza siderale, contro il SV Stern Britz.

Il tortino serale si presta come perfetta colazione prepartita. Mi porto una bottiglia d'acqua, una mela e del cioccolato amaro. Alla stazione del treno di Charlottenburg sembra di stare alla stazione di Tokyo. Tantissimi giapponesi che devono prendere lo stesso treno e scendere alla stessa stazione insieme a me. Loro vanno all'Ifa mentre io a giocare il primo turno di coppa. Strani paralleli penso. Una pioggia londinese mi accompagna fino al campo di gioco. Oggi sará un match all'inglese viste le condizioni meteorologiche.

Siamo tutti puntuali in cabina e questa é cosa che capita di rado. Il nostro tecnico Jumbo si congratula per la puntualitá svizzera della squadra e ci da le disposizioni tattiche.

Al campo la pioggia e sempre piú fitta e ringrazio iddio di essermi portato la giacca a vento per la preparazione alla partita. Facciamo una partita 6 contro 6 a porticine per tenerci in caldo, poi qualche scatto ed un poco di stretching. Qualche tiro a Klaus, che oggi sostituisce Jumbo in porta.
Gli avversari del Britz sono fisicamente molto prestanti e danno l'impressione di sapere il fatto loro.

Ho sete. Ringrazio Klaus per aver portato ancora una volta una scorta d'acqua per tutta la truppa e corro verso le bottigliette sistemate sulla linea laterale all'altezza del centrocampo.

L'arbitro fischia l'inizio. Loro agiscono con una manovra avvolgente con improvvisi lanci in verticale per i due attaccanti che sono sempre in movimento e mettono a dura prove Fux e me che dobbiamo marcarli. Per fortuna Mogli, il nostro libero, risolve con mestiere le situazioni piú ingarbugliate. La nostra manovra è contraddistinta da troppi errori di misura, nella fase di manovra di centrocampo, il che consente agli avversari di riconquistare troppo facilmente il possesso della sfera. Siamo poco combattivi a centrocampo e a sinistra si aprono delle praterie che ci mettono troppo spesso in difficoltá e mi costringono a raddoppi di marcatura azzardati, corredati da qualche scivolata al limite del consentito per frenare la veloce ala destra avversaria.
L'arbitro arbitra all'inglese e tollera qualche mia piccola scorrettezza che mi facilita il lavoro difensivo.
All'improvviso su un capovolgimento di fronte e dopo una azione rocambolesca troviamo il gol con Vincenzo Rosso.

Vincenzo lo conosco dal 2006. È stato uno dei primi clienti ed amici della Pizzeria Gusto Giusto, locale che ho gestito insieme ad un socio per tre anni prima di aprire il mio caffè. Fu il primo a parlarmi della sua esperienza allo Sport club Charlottenbrg. Vincenzo è sempre stato un'ospite molto cordiale e fece tanta pubblicitá nel quartiere quando imparó a conoscerci. É un piacere poterci giocare finalmente insieme.

Piove che Dio la manda! Il Britz ci schiaccia nella nostra area. Sulle conseguenze di un calcio di punizione prendiamo un gol evitabilissimo.

Il primo tempo si conclude malinconicamente sull' uno a uno.

Nello spogliatoio tanti capi chini. I più sanno che avrebbero dovuto dare di più in campo contro un'avversario cosí scorbutico. Jumbo usa poche parole per descrivere il misero primo tempo da noi giocato . Ci incita a combattere su ogni pallone. Sempre troppi capi chini. Non ho delle buone sensazioni.

La ripresa parte male per noi. I centrocampisti si fanno schiacciare da quelli avversari. Il gol è nell'aria e arriva sulla perdita di un addomesticabile pallone sulla linea mediana che scatena gli avversari in un rapido contropiede concluso da un sinistro preciso nella nostra porta, fino a quel momento, ben difesa dal bravo Klaus.

Il gol non ci abbatte e in un minuto riconquistiamo il pareggio grazie ad una precisa combinazione tra la gazzella Otu e l'elegantissimo Ole che conclude in maniera vincente dai 15 metri sul portiere in uscita.

Il finale é da dimenticare. Il Britz ci punisce nuovamente in contropiede su un ennessimo errore del centrocampo.

Quando mancano cinque minuti alla fine della partita decido di aiutare la squadra nella fase offensiva. Su un lungo lancio anticpo di testa l'attaccante. Il pallone bagnato è pesantissimo e il mio colpo di testa si impenna a campanile fino alla linea di centrocampo dove il nostro capitano la addomestica con uno stop dei suoi. Cede la palla a Seba che dopo un dribbling secco si accorge che ho proseguito la mia corsa dopo l'inerventento difensivo e mi lancia in profonditá fino all'angolo sinistro dell'area di rigore. La palla mi giunge pulita e rasotterra. Con la coda dell'occhio vedo Vincenzo che corre affiancato da un difensore verso la porta. Senza guardare crosso rasoterra  di sinistro ma forse il mio passaggio è troppo fiacco ed il difensore puó chiudere in angolo.

Nel finale subiamo il quarto e definitivo colpo del K.O.

4 a 2 e torniamo negli spogliatoi con le pive nel sacco.

Ho poca voglia di restare troppo a lungo negli spogliatoi.
Mi spoglio in fretta della mia divisa. Saluto la truppa  e mi dirigo affamato verso il treno. Scelgo il Mc Donalds sulla Kantstraße per consolarmi un poco. Piove ancora. Senza pausa. Arrivo a casa e solo l'idea di dover fare le pulizie al locale mi rattrista ancora di piú. Ho voglia di parlare con mio papá Walter tramite Skype a Roma.Ci riesco e l'umore e subito molto migliore. È tempo di fare le pulizie e di affrontare un'altra settimana di lavoro da Caffè e Panini pensando al campionato che inizia la settimana prossima sul nostro campo contro gli Spandauer Kickers.
Scc che passione!


 


martedì 1 settembre 2015

Un calda amichevole


Nell'ultima amichevole prima dell'inizio della stagione ufficiale ospitiamo il Lichtenrader BC, squadra retrocessa la scorsa stagione dalla Verbansliga ( Serie A regionale ) alla Landesliga ( Serie B regionale ). La giornata è caldissima per i canoni berlinesi e mentre il sole incalza, mi muovo dal mio appartamentino nella Winscheidstraße in direzione della metropolitana di Charlottenburg. Sono le 9 del mattino.
Quella birretta di troppo che non avrei dovuto bere ieri sera insieme ai miei amici e proprietari del locale La Lupa e L'Orso  Diego ed Emiliano ha lasciato il segno sul mio corpo segnato da una settimana di intenso lavoro nel mio Bar.
La notte è stata troppo breve e lo stomaco é in subbuglio e ha bisogno di rifocillarsi. Ho una banana ed una mela portate da casa insieme ad una bottiglia d'acqua del rubinetto. Prendo al volo un cornetto al bar della stazione e mi incammino verso i binari. Spandau 3 minuti. Il display della stazione mi ricorda che devo ancora comprare il biglietto per quelle due fermate che mi avvicineranno al campo di gioco. Compro un biglietto che qui in Germania chiamano Kurzstrecke. È un titolo di viaggio che consente di fare 3 stazioni in una sola direzione con i treni e 6 fermate con un bus. Arriva il treno. Siedo di fronte a due giapponesine intente a sbadigliare. La mia testa é al campo da gioco e la tensione nervosa inizia a farsi sentire. Il sole é troppo caldo dietro la mia schiena. Mi devo alzare. Messe Sud ( EichKamp ). 40 gradini e sono in mezzo alla natura. 300 passi e sono allo Stadio dove si trovano gli spogliatoi. Jumbo, il nostro tecnico nonché  portiere sessantaduenne è appena arrivato e dopo esserci dati un cinque iniziamo a sistemare le magliette in ordine numerico sulle panchine della cabina. Arriva Fux ( la volpe ), chiamato cosí per i suoi capelli folti e grigi. Guido, il nostro Carsten Ramelow, sembra ogni anno che passa piú grosso. Un vecchietto dopo l'altro siamo tutti seduti a sentire cosa ci dice Jumbo. Il tecnico-portiere ci descrive su una lavagna magnetica le posizioni in campo e chiede a Markus Pihl, che nel nostro 3-5-2 fa l'esterno destro avanzato, di restare sempre molto largo per sfruttare la lentezza dei loro difensori ed arrivare spesso al cross.
.Gli avversari sono già tutti in campo che ha l'erba alta e morbida come non si vedeva da un anno. Facciamo una preparazione atletica pre partita tranquilla a causa del caldo e mentre facciamo qualche tiro al portiere l'arbitro in tenuta nera fischia per segnalarci che é tempo di schierarci per iniziare il match. È la classica partita prestagionale. Ritmi lenti e molti errori da una parte e dall'altra. Gli avversari tendono a lanciare lungo per sfruttare la stazza teutonica dei due attaccanti che Fux ed io dobbiamo marcare. Noi proviamo a manovrare a centrocampo ma oggi gli stop sembrano non riuscire e perdiamo troppi palloni. Il solleone é arrivato a Berlino e la temperatura si fa insopportabile per molti tra gli attori in campo. Visi rossi paonazzi si aggirano sul manto erboso che oggi è verdissimo. Il Match non ha molto da raccontare ed il nostro successo finale per 3 a 2 é scaturito a causa di una nostra maggiore pericolositá nelle azioni di contropiede. L'importante era ritrovarci sul nostro campo e ritrovare un poco di meccanismi per la prossima partita che vale già la qualificazione al secondo turno della Coppa AOK ( AOK-Pokal der 11er Alt-Liga ). Negli spogliatoi Muhl ( il nostro libero ) ha portato delle birre. Resisto alla tentazione. Ho voglia di farmi un bagno nella vasca di casa, malgrado le docce dello Stadio siano pulite e comode. Mi cambio in fretta, saluto tutti e me ne torno con il treno a casa. Le gambe non si sono indurite, malgrado i 90 minuti giocati. La prossima settimana si fa sul serio e la SV Stern Britz non ci fará dormire sogni tranquilli.



lunedì 17 agosto 2015

Prefazione alla stagione calcistica 2015/2016 dell'Scc over 40 ed over 32 squadre per le quali avró l'onore e l'onere di giocare al gioco piú bello del mondo. Il Calcio, quello vero.


 Da circa 2 anni ho la fortuna di far parte della sezione calcistica dell' Associazione Sportiva Sport-Club Charlottenburg. Per questa esperienza devo ringraziare il mio grande amico e compagno di squadra Carsten Mohr che mi ha convinto a calzare nuovamente le scarpette chiodate. La prima stagione 2013/14 mi é servita per rientrare nei meccanismi del calcio giocato e per ambientarmi nella mia nuova casa calcistica degli over 40 che giocano nella Verbandsliga, la Serie A per quel che riguarda il calcio amatoriale per i non piú giovanissimi a Berlino. La prima stagione l'ho passata tra tantissimi minuti in panchina e il dovermi adattare al ruolo, che i compagni di squadra e l'allenatore mi avevano assegnato, di difensore marcatore, dopo una vita calcistica romana a servire assist ed a fare gol spesso acrobatici. Nello sprint finale della prima stagione ho conquistato il posto di titolare che non ho piú lasciato nella stagione successiva, quella 2014/2015, in cui ho disputato tutti i 90 minuti di tutte e 26 le partite che formano un campionato. È stata un campionato che ci ha fatto divertire ed ha fatto fare alla squadra un grande salto di qualitá ben dipinto dal 5° posto raggiunto a confronto del 10° ottenuto una stagione prima. Ho dato un grande contributo a questo miglioramento disputando delle prove esaltanti spesso contro ex professionisti che rispondono al nome di Jens-Uwe Zöphel o di Steffen Baumgart, nomi che a molti lettori non interessati al calcio tedesco non diranno nulla ma a me che ho avuto l'onere di marcali hanno fatto capire il perché fossero divenuti calciatori professionisti. Delle forze della natura con il goniometro nel piede ed una prepotenza fisica che nonostante l'etá non cenna a svanire.
Quest'anno ho deciso di raccontarvi la mia avventura calcistica che si all'argherá alla squadra degli over 32 con cui ho deciso di giocare qualche partita se per mancanza di uomini ne avessero bisogno. Il 6 Settembre iniziamo la stagione degli over 40 con la coppa e poi dal 13 é di nuovo campionato e non vedo l'ora di cominciare.